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news arte a-costruttiva 2010


società:
in questi giorni studenti e ricercatori di molte scuole, università, centri di ricerca in italia e all'estero, manifestano contro il decreto legge del ministro gelmini che domani sarà presentato alla camera per l'approvazione.
oggi 29 novembre l'università dell'aquila è occupata; i ricercatori, studenti e dottorandi italiani del laboratorio di fisica nucleare di ginevra - CERN - si trovano sui tetti dell'edificio a difesa dell'università pubblica e come solidarietà con chi manifesta in italia contro questi provvedimenti. studenti sui tetti anche a pisa e potenza, uno striscione a pompei e domani studenti in piazza a firenze.
in questo clima mi è sembrato opportuno riportare questo articolo, a cui a breve ne seguiranno altri, pubblicato nel numero di febbraio 2010 di “l'altra italia” ed. postfach – ch - 8965 wald (zh) . le fotografie invece si riferiscono alle recenti contestazioni contro i tagli alle scuole pubbliche.

manifestazione  studenti torino 17nov 2010 manifestazione  studenti torino 17nov 2010 manifestazione  studenti torino 17nov 2010 manifestazione  studenti torino 17nov 2010

il vero volto delle destre
... e l'obbligo scolastico scende a 15 anni.

a volte il vero volto delle destre appare tra un decreto e l'altro, in occasione di "uscite" come quelle di questi giorni, oppure quando vengono sollevati problemi socialmente sensibili dando l'impressione che questi siano al centro dell'attenzione politica e stiano per essere risolti mentre in realtà non solo ciò non accade ma il prezzo da pagare perché questi siano presi in considerazione è quello di ritrovarli associati ad una specie di virus che ne attenua, se non azzera, l'efficacia... con pesanti ripercussioni su altri piani.
in realtà ciò che si vuol far passare è il virus, non la soluzione.
realismo o ricatto? controriforme spacciate per riforme.
a volte sembra quasi un ricatto o il prezzo da dover pagare nel veder affrontato un problema, quasi ci trovassimo di fronte ad un passaggio obbligato in cui si è costretti ad accettare una clausola che implica ricadute di infimo valore sia pratico che morale. e mentre per alcuni è una strategia per altri è una mentalità ormai superata a far sì che il rimedio non possa che rivelarsi inefficace se non addirittura peggiore del male.

un abbaglio?
con la norma approvata in questi giorni in commissione alla camera che prevede la reversibilità di un anno di apprendistato in un anno di obbligo scolastico, non ci si è preoccupati tanto di essere in controtendenza rispetto all'europa, si è arrivati addirittura ad ipotizzarla come una posizione avanzata. un mondo e modo di pensare davvero capovolti. strano che poi tutto coincida con una progressiva tendenza generale ad accentuare la sperequazione sociale e ad accentuare una divisione di classe dai paletti sempre più irremovibili. talvolta è persino comico vedere persone che oggi possono vantare un'istruzione proprio grazie ad un modello opposto a quello in discussione schierarsi a suo favore. così dall'alto dei loro (a questo punto) poveri podi questi sembrano proprio remare contro se stessi e la società intera.
questo avviene mentre persino i liberali più illuminati in tutti i paesi occidentali avanzati concordano sul fatto che un anno di istruzione, tanto più all'età presa in considerazione, si trasforma in capitale sociale spendibile nell'arco di tutta una vita con ricadute non solo individuali.

a questo proposito è interessante leggere la posizione della confindustria in un articolo del 2004 dal titolo
"la pentola della scuola secondaria superiore: che cosa bolle?"
http://">osp.provincia.pisa.it/primo_piano.asp?ID_PrimoPiano=934

e' anche interessante ricordare come l'attuale governo, quando era all'opposizione, non perdesse occasione per accusare la sinistra di essere ostaggio delle sue frange più estreme mentre oggi, proposte come queste ci dicono che questo in realtà avviene proprio a destra con il benestare e sostegno di chi, in un paese come il nostro, da sempre affascinato (affetto?) da "un certo" grado di populismo, accoglie con gran piacere tutto ciò che va in direzione opposta ad un "miglioramento" collettivo delle condizioni di vita.

senza voler farne una colpa, viste le condizioni svantaggiate, va inoltre ricordato che non sono poi così remoti i tempi in cui le famiglie, al contrario di oggi, facevano pesare ai figli i problemi legati alla loro istruzione sottolineando come ad ogni mese di frequenza dell'anno scolastico corrispondesse la sottrazione di uno stipendio.
ci si chiede se si voglia tornare a queste condizioni!
del resto una società proiettata verso il consumismo da un lato e lo sfruttamento sistematico dall'altro assecondava questa mentalità residuale, comprensibile forse in una società tradizionale, molto meno in una moderna, capitalista o meno, dove la conoscenza appare ora sempre più indispensabile. d'altra parte anche gli imprenditori in tempi non così lontani guardavano con sospetto i dipendenti istruiti o troppo impegnati per poi d'un tratto cambiare idea e pretendere da un lato personale iperspecializzato e dall'altro iniziando ad emarginare come obsoleti tutti i vecchi dipendenti... coerentemente con una pratica dell'usa e getta degna del peggior consumismo trasferita ipso facto dalle merci alle persone.

oggi un'opposta tendenza orientata ad un più che legittimo apprendimento progressivo, in quanto troppo sovente opportunisticamente tradotto in precarietà da una classe imprenditoriale arretrata, potrebbe trasformarsi nell'ennesima presa in giro nei confronti di chi (famiglie, studenti, lavoratori) si è dimostrato disponibile, non senza pagarne i risvolti economici, ad affrontare il mondo (e) del lavoro in modo del tutto nuovo. una condizione quest'ultima in cui sarebbe stato possibile davvero ipotizzare un differente riconoscimento al valore dell'insegnamento tecnico-professionale ma che sembra invece esser passato in secondo piano. questo perché alla fine, come sempre, il discorso risulta forzato e ricondotto alla nota scala gerarchica di valori corrispondente al vecchio criterio di divisione sociale del lavoro ereditato dal passato: da un lato il lavoro intellettuale e dall'altro quello pratico. ... non che in questi anni, nella pratica quotidiana, non ci sia stata una rivalutazione di quest'ultimo su certo intellettualismo.
resta comunque inalterata la necessità di assicurare una didattica equilibrata comprensiva delle due componenti: quella tecnica e quella, semplificando, "umanistica".

le norme approvate in questi giorni non sembrano però andare in questa direzione. modifiche, tra l'altro, di cui nessuno, in un momento di crisi e difficoltà nel reperimento di posti di lavoro, sentiva la necessità andassero in porto. anche in considerazione del fatto che molti contratti di lavoro sono preclusi ai minori.




e.mail: a.costruttiv@virgilio.it
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fotografie di paola zorzi
articolo rivisto 2013







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